L'anticalcare CalcareSTOP rimuove l'accumulo di Calcare esistente sulle tubazioni, valvole, resistenze Scalda acqua, resistenze elettriche, scambiatori di calore industriali, tubi dell'acqua calda e serbatoi, e sarà necessaria meno energia per riscaldare l'acqua.
Dalle più piccole case alle grandi industrie, viene investito una notevole quantità di denaro per il riscaldamento dell'acqua. Il grosso problema è il calcio che crea una formazione di calcare sulla superficie degli scaldabagni, e scambiatori di Calore, riducendo significativamente il trasferimento di calore.
Il calcare riducendo il trasferimento di calore, riduce l'efficienza della fonte energetica che viene usata, con conseguenti guasti alle apparecchiature, e maggior consumo energetico.
La formazione di calcare negli impianti idrici e negli scambiatori di calore non
è solo un problema di manutenzione, ma ha anche implicazioni significative
sull'efficienza energetica e sui costi operativi. Il calcare, o carbonato di
calcio (CaCO3), si deposita tipicamente nelle superfici interne dei tubi,
scambiatori di calore, bollitori, e altri componenti dei sistemi di
riscaldamento e refrigerazione dove l'acqua è costantemente presente. Questi
depositi sono il risultato della precipitazione dei minerali presenti
naturalmente nell'acqua, in particolare in acque dure.
L'impatto del calcare sulla conduttanza termica è notevole. La conduttanza
termica è una misura di quanto facilmente il calore può passare attraverso un
materiale. Materiali con alta conduttanza termica, come il rame, sono eccellenti
conduttori di calore e sono quindi utilizzati ampiamente in applicazioni di
trasferimento termico. Al contrario, il calcare ha una conduttanza termica molto
bassa, come indicato nel tuo esempio (2,2 W/Km rispetto ai 372 W/Km del rame),
rendendolo un cattivo conduttore di calore.
La presenza di uno strato di calcare, anche solo di 2 mm, su una superficie di
scambio termico crea una barriera isolante che impedisce al calore di passare
efficacemente dall'acqua calda o dal vapore alle pareti del condotto o dello
scambiatore e viceversa. Di conseguenza, per raggiungere la temperatura
desiderata nell'acqua o nel fluido da riscaldare, è necessaria più energia,
allungando i tempi di riscaldamento e aumentando i consumi energetici. Questo
fenomeno non solo rallenta l'efficienza del processo di trasferimento del calore
ma porta anche a un incremento dei costi energetici.
Inoltre, lo strato di calcare agisce come un isolante termico che riduce il
rendimento globale dello scambiatore di calore. La riduzione fino al 90% del
coefficiente di trasmissione del calore e la diminuzione del rendimento di
trasmissione di circa il 60% sono cifre significative che evidenziano l'impatto
diretto del calcare sull'efficienza energetica di un impianto. Questo non solo
comporta maggiori spese energetiche ma può anche causare usura e deterioramento
precoce dell'attrezzatura, richiedendo manutenzione o sostituzione più frequenti
e quindi ulteriori costi.
La prevenzione della formazione di calcare attraverso l'uso di trattamenti
anticalcare, come ad esempio sistemi di addolcimento dell'acqua, apparecchiature
elettromagnetiche o a induzione, è quindi un investimento cruciale non solo per
mantenere l'efficienza operativa ma anche per ridurre l'impatto ambientale
legato al consumo energetico eccessivo e per garantire la longevità delle
infrastrutture e delle apparecchiature.
Il calcare, o carbonato di calcio (CaCO3), si forma quando l'acqua dura viene riscaldata, portando alla precipitazione di minerali che possono causare incrostazioni negli scambiatori di calore. Questi dispositivi sono essenziali per il trasferimento di calore in molti processi industriali e sistemi HVAC domestici.
La formazione di calcare avviene attraverso un processo chimico noto come precipitazione, influenzato dalla temperatura dell'acqua, la concentrazione dei minerali, il pH, e le superfici disponibili per il deposito.
Le incrostazioni calcaree riducono l'efficienza degli scambiatori di calore, agendo come un isolante termico, riducendo il flusso dell'acqua, e potenzialmente danneggiando lo scambiatore attraverso la corrosione.
Per mitigare il problema delle incrostazioni calcaree, si possono adottare varie strategie:
Adottando strategie appropriate di prevenzione e manutenzione, è possibile minimizzare gli impatti negativi del calcare sui sistemi di trasferimento di calore.
Le perdite di energia aumentano enormemente con l'aumento della barriera tra calore e calcare. La formazione di calcare nei sistemi di riscaldamento e nei dispositivi che utilizzano acqua calda può portare a una serie di problemi, non solo a un aumento dei costi energetici.
Conseguenza: un bilancio energetico negativo e quindi elevati costi. Uno strato calcareo di già 2 mm causa enormi perdite e quindi un maggiore consumo di energia di oltre il 15%! Questo perché lo strato di calcare agisce come un isolante, riducendo l'efficienza con cui il calore viene trasferito dall'elemento riscaldante all'acqua o all'ambiente.
Negli impianti solari, i possibili risparmi ottenuti con il Solare vengono drasticamente ridotti con i depositi calcarei. Con uno strato calcareo di soli 2 mm, si riduce il rendimento dell'impianto di circa il 60% (vedi fig. 1). Ciò significa che meno energia solare viene convertita in energia utilizzabile, rendendo l'investimento in tecnologie solari meno efficace.
Per contrastare gli effetti negativi dei depositi di calcare, è fondamentale adottare soluzioni anticalcare efficaci. Tra queste, spiccano:
Implementare queste soluzioni può portare a un notevole risparmio energetico e economico, oltre a prolungare la vita utile degli impianti. Riducendo i depositi di calcare, si ottiene un bilancio energetico più positivo, con benefici tangibili sia per l'ambiente che per le finanze.
Adottare una strategia proattiva nella gestione del calcare non solo migliora l'efficienza energetica ma contribuisce anche alla sostenibilità ambientale, riducendo il consumo di risorse e le emissioni di CO2.